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La Guida Turistica del Pianeta Terra, di Simone Boragno

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Trekking a Carona

In Val Brembana fino al rifugio Calvi
Itinerari di viaggio, escursionismo, kayak e vela in Italia e nel mondo

Questa bella gita nelle Alpi Orobie, in provincia di Bergamo, unisce comodità e sublimi paesaggi. Il punto di partenza, Carona, è infatti relativamente vicino a Milano e il sentiero è facile da seguire anche quando innevato.
Noi abbiamo percorso questo itinerario d'inverno, con gli scarponi nella prima parte e con le ciaspole nella seconda, e ci è piaciuto un sacco.

Carona
Carona, Val Brembana
Carona è un paese in Alta Val Brembana a circa 1200 metri di quota, fornito di alcuni impianti da sci; l'escursione per il rifugio Calvi passa comunque lontano dagli impianti di risalita. Bisogna infatti imboccare la stradina per il piccolo borgo di Pagliari, fatto di case di pietra in mezzo alle montagne.
Pagliari
Pagliari
A Pagliari, sentiero estivo e sentiero invernale si separano: mentre quello estivo passa in basso nella valle, l'itinerario in condizioni di neve segue la comoda stradina sulla costa della montagna (stradina che d'estate viene percorsa in jeep dai gestori dei rifugi, quindi è facilmente riconoscibile anche se innevata). In entrambi i casi, si è immersi nel bosco e i paesaggi sono assai pittoreschi.
Bosco in Val Brembana
Il bosco nella prima parte del sentiero
Il 30 novembre 2019, quando abbiamo provato questo itinerario, il sole era ovviamente basso e quindi spesso nascosto dalle montagne, oltre che dagli alberi: un piccolo difetto di questa prima parte di percorso tra Carona e rifugio Calvi. Anche la neve non era presente in basso, se non per alcune valanghe!
In mezzo all'erba secca, rimanevano infatti i resti (beh, tonnellate di neve!) di grosse slavine cadute nei giorni precedenti.
La Guida Turistica del Pianeta Terra, di Simone Boragno
A un certo punto si incontra la bella cascata del torrente Sambuzza.
Cascata Sambuzza
Cascata Sambuzza
Dal punto di vista delle valanghe, l'itinerario Carona - Rifugio Calvi è generalmente considerato sicuro, ma, come vedremo anche in seguito, in certe condizioni bisogna prestare invece molta attenzione e, a volte, rinunciare.
Salendo ancora lungo la valle, il paesaggio inizia ad aprirsi (e per noi aveva anche iniziato a riempirsi di neve).
Sentiero Carona rifugio Calvi Sentiero Carona rifugio Calvi
Sul sentiero tra Carona e il rifugio Calvi
In particolare quando si arriva al lago del Prato, che noi abbiamo ovviamente trovato ricoperto di neve, la valle si allarga mostrando tutte le spettacolari vette innevate attorno.
Neve al lago del Prato
Dal lago del Prato
Il lago del Prato è formato da un idilliaco torrente che scorre in una radura. Si è a circa a 1650 metri di quota, (La partenza, lungo la strada che da Carona porta a Pagliari, è a circa 1250 metri di quota, mentre il rifugio Calvi supera di poco quota 2000. Al lago del Prato si è dunque superata da poco metà strada, in termini di dislivello).
Neve al lago del Prato
Per continuare verso il rifugio Calvi, si attraversa il torrente
Dal lago del Prato partono altri percorsi, in particolare il sentiero per il Rifugio Longo e un itinerario alternativo per il rifugio Calvi stesso: entrambe le opzioni sono però più rischiose per le valanghe, quindi spesso non adatte a una ciaspolata, mentre sono molto belle per un trekking estivo.
Per poter continuare lungo la strada verso il Rifugio Calvi bisogna attraversare il torrente passando sul ponte in legno. Proseguendo con le ciaspole, poco dopo abbiamo pure dovuto attraversare una grossa valanga.
Valanga
Camminando su una valanga
Come detto, lungo il percorso abbiamo camminato sopra parecchie slavine, ma non è stato un rischio insensato: il grosso dei cumuli di neve, infatti, era già caduto nei giorni precedenti, e quel dì il clima era bello freddo. Certo era impressionante vedere tanti distacchi attorno, a decine sulle scoscese pareti delle Alpi Orobie.
Diga di Fregalbolgia
Diga di Fregalbolgia
Continuando a salire, con qualche tratto leggermente più ripido, i panorami sulle montagne dell'Alta Val Brembana sono diventati sempre più belli, fino ad arrivare in vista della diga di Fregalbolgia, un imponente muraglione merlato che sembra quasi la parete di un gigantesco castello.
Lago di Fregalbolgia Lago di Fregalbolgia
Lago di Fregalbolgia
La diga di Fregalbolgia crea l'omonimo lago, davvero spettacolare coi blocchi di ghiaccio in mezzo. Qua siamo circa a 2000 metri di quota: mancano 20 minuti al rifugio Calvi, che si raggiunge ciaspolando praticamente in falsopiano, costeggiando il lago. Ed è qui che noi abbiamo dovuto rinunciare a concludere la gita: in corrispondenza del lago, il sentiero passa infatti sotto la ripida parete di un monte che, dopo nevicate abbondanti, può scaricare valanghe. Visto che lì la neve sul pendio era ancora tanta, abbiamo saggiamente deciso di fermarci a fare un picnic sulla diga, per poi rientrare al punto di partenza.
Montagne innevate
Montagne innevate attorno al rifugio Calvi
A titolo informativo, il rifugio è posto a 2015 metri di quota, tra il lago di Fregalbolgia (che nome bellissimo, degno del Signore degli Anelli) e il lago Rotondo. In tutto, la salita da Carona richiede due ore e mezza / tre, mentre la discesa (seguendo lo stesso itinerario) circa un paio d'ore.
Montagne innevate
Casette innevate tra le montagne, sulla via del ritorno, sotto la diga di Fregalbolgia
Insomma, sia d'estate che d'inverno, questo itinerario è comodo e assolutamente consigliato (con la dovuta prudenza dopo abbondanti nevicate). Preparatevi adeguatamente e partite... Buona gita!!
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