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La Guida Turistica del Pianeta Terra, di Simone Boragno

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STATI UNITI

Diario di viaggio: 5000 km attraverso la California e i Grandi Parchi, molta libertà e ancor più attrattive
Itinerari di viaggio, escursionismo, kayak e vela in Italia e nel mondo

STATI UNITI: FOTO E DIARIO DI VIAGGIO

Qui sotto alcune delle foto più affascinanti dagli Stati Uniti e un divertente e interessante diario di viaggio pieno di informazioni e aneddoti che descrive l'intero itinerario. Se non le avete ancora lette, date un'occhiate alle informazioni di viaggio e alla mappa dell'itinerario qui: www.wildtrips.net/stati-uniti.htm.

Monument Valley
Monument Valley

DIARIO DEL VIAGGIO NEGLI STATI UNITI D'AMERICA

Il nostro viaggio iniziò dall'aeroporto di San Francisco, dove con estrema gentilezza l'addetto dell'autonoleggio della Dollar ci noleggiò uno spazioso SUV. Eravamo nella magica California e volevamo iniziare il nostro itinerario dai grandi parchi americani.
La Guida Turistica del Pianeta Terra, di Simone Boragno
Era notte, quindi quella sera ci accontentammo di guidare per mezz’oretta prima di fermarci in un motel.
Il mattino dopo, sotto un cielo azzurro, partimmo entusiasti verso la prima meta del nostro itinerario di viaggio negli Stati Uniti, il parco dello Yosemite. La tipica strada a 8 corsie sapeva d’America, ma non era attraente. Quando deviammo verso le montagne, 6 corsie scomparvero e il paesaggio si fece più piacevole.

Yosemite
Yosemite - Questo parco presenta splendidi scenari di montagna ed è un paradiso per gli amanti di trekking e arrampicata.
Il SUV ovviamente aveva il cambio automatico, come quasi sempre negli USA. La fama dello Yosemite (pronunciato “iosèmiti” e non “iosemàit”) deriva dalle sue impressionanti montagne rocciose, con pareti mitiche per gli alpinisti più arditi, e dai suoi bei paesaggi montani.
Yosemite
Yosemite
Inerpicandosi, la strada s’inoltrò in una densa foresta. Parcheggiammo e ci avventurammo nella vegetazione su comodi sentieri. C’erano alberi giganteschi, tra cui spiccavano le enormi sequoie centenarie. Eravamo esaltati come bambini al luna park mentre esploravamo quella che era la prima eccitante destinazione del nostro itinerario di viaggio tra i grandi parchi dei maestosi Stati Uniti d'America. Saltellando allegri, ammiravamo questi alberi insensati, alti oltre cento metri e con tronchi tanto larghi che vi si poteva scavare una galleria stradale. Non è un esempio a caso: a fine ‘800, nella sequoia Wawona fu davvero scavato un tunnel, ferendola.
Yosemite
Yosemite
Sequoie giganti nello Yosemite
Sequoie giganti nello Yosemite - Questi alberi possono superare i cento metri d'altezza e i mille anni di vita.
Ci rendemmo subito conto che gli USA sono un paese grandioso, esagerato, per certi aspetti folle.
Yosemite
Yosemite
Continuammo in SUV fino a un punto panoramico pieno di scoiattoli, il Glacier Point. Da qui s’ammirava una vista sconfinata su montagne, valli e foreste. Proseguendo in auto (praticamente una parte di noi per quella vacanza) e fermandoci occasionalmente nei vari punti panoramici o per brevi camminate, c’imbattemmo in fiumi, cascate e spaventose pareti di granito (tra cui il famoso El Capitan). Sottolineo che alcuni dei passi montani che attraversammo arrivavano a 3000 metri di quota, quindi non tutte le strade sono percorribili in inverno. In particolare, il Glacier Point e il Tioga Pass (che porta verso l’interno degli Stati Uniti) sono chiusi da novembre a maggio.
Yosemite
Yosemite
Decidemmo di dormire in tenda in un campeggio su una vetta alberata. E’ vero che di giorno si stava benissimo in pantaloncini e maglietta. La sera, però, la temperatura scendeva a 4-5 gradi sotto lo zero. Eravamo a 2700 metri di quota, del resto. Così, alle 4 del mattino ci trovammo tutti chiusi in macchina col riscaldamento acceso. Facemmo di necessità virtù e andammo a goderci l’alba da diversi punti panoramici, su laghi e passi montani. Fu spettacolare. Ringraziammo il gelo.
Yosemite
Yosemite
In quel campeggio nello Yosemite il pagamento avveniva mediante il deposito di contante in una cassettina di legno. Nessuno controllava: era un sistema basato sulla fiducia. Ciò esemplifica la correttezza e il senso sociale degli americani in generale, oltre che la loro grande passione per l'outdoor, almeno tra chi non si accontenta di sfondarsi di hot dog.
Dopo qualche vagabondaggio mattutino, attraverso il summenzionato Tioga Pass lasciammo i bei paesaggi di montagna e scendemmo fino alle piane deserte che s’estendono tra California e Nevada per la tappa successiva della nostra vacanza.

Death Valley
Death Valley - Una regione arida, bollente, inospitale, ma spettacolare.
Improvvisavamo, ma avevamo anche un'idea di itinerario di viaggio in mente. Mangiammo un hamburger in un bar che sembrava uscito da un film western. Dopo pranzo, la temperatura esterna salì a 45 gradi: per noi, un'escursione termica assurda.
Death Valley
Death Valley
Death Valley
Death Valley
Incontrammo la Death Valley, coi suoi paesaggi estremi: dune, laghi di sale, canyon, picchi rocciosi. Essendo la Valle della Morte, la vegetazione era praticamente inesistente, mentre l’acqua era presente soltanto sotto forma di una pozza in una piana salata cento metri sotto il livello del mare. Uno dei punti panoramici più notevoli era lo Zabriskie Point, con le sue strane ondulature striate del terreno frutto di sedimentazione ed erosione. Dormimmo in un conveniente motel trovato lungo la strada, come quasi tutte le sere.
Death Valley
Death Valley
Death Valley
Death Valley
Dopo una colazione all’americana con uova e pancetta, il nostro itinerario di viaggio attraverso la natura americana riprese. Lo Zion Canyon, il Bryce Canyon, Canyonlands… tutti luoghi straordinari, con una stupefacente varietà di paesaggi accomunati però, oltre che dall'intuibile presenza dei canyon, dalla rocciosità del terreno, dalla scarsità di vegetazione e dall'atmosfera da film d'avventura.
Zion National Park
Zion National Park - Un posto particolare dove fare jogging.
Ci trovavamo nel paradiso dell’appassionato di fotografia, con quel continuo variare di forme e di colori e con albe e tramonti da far mancare il respiro. A fine vacanza ci trovammo con circa 1000 foto a testa scattate su un percorso di 5000 chilometri, una cosa folle, ma giustificata dalla grandiosità dei paesaggi, che non era possibile contenere in poche immagini.
Bryce Canyon
Bryce Canyon - Questi pinnacoli sono ancora più strani.
Bryce Canyon
Bryce Canyon
Dei luoghi nominati in precedenza, il Bryce Canyon è quello che ci stupì maggiormente, con le sue improbabili rosse guglie rocciose. La visita è semplice: una comoda strada s’inerpica su una montagna, superando i 2000 metri di quota e fornendo numerosi punti panoramici.
Bryce Canyon
Bryce Canyon - Pinnacoli che rendono il Bryce Canyon uno dei parchi nazionali più strani degli Stati Uniti e del mondo.
Bryce Canyon
Bryce Canyon
Canyonlands è invece un’ampia regione selvaggia, forse meno appariscente, ma la cui visita è assai più avventurosa: si possono seguire svariate strade sterrate praticamente deserte che percorrono canyon e terreni rocciosi.
Canyonlands
Canyonlands - Una regione selvaggia con grandi panorami e strade dove guidare è uno spasso.
Queste zone sono il paradiso per il trekking e l'arrampicata, ma anche per itinerari in canoa lungo fiumi e laghi: tutte soluzioni eccellenti ed economiche per godere di quell’immensa libertà. Avevamo sentito parlare anche di possibilità più costose e complicate, come il rafting di tre giorni nel Grand Canyon.
Canyonlands
Canyonlands
Canyonlands
Canyonlands
Ma mi sto portando troppo avanti. Dopo la regione di Canyonlands incontrammo il Lake Powell, presso cui gli americani della regione si recano nei weekend coi loro SUV con motoscafo al traino. L’acqua piatta e calda lo rende il luogo ideale per wakeboarding, wakesurfing e bare-foot water-skiing. Questa americanata è poco diffusa da noi, e si tratta di praticare sci d’acqua senza sci, a piedi nudi, compiendo pure delle acrobazie: necessarie sono l'acqua piatta e l'alta velocità del motoscafo.
Lake Powell
Lake Powell
Noi non provammo quegli sport, ma ai godemmo l'acqua e delle spiagge appartate, prima di ripartire, stavolta verso la Monument Valley, con le sue famose cattedrali di roccia nel deserto. Al tramonto era uno spettacolo eccezionale. "Sparammo" un po' delle 1000 foto della vacanza.
Monument Valley
Monument Valley - Un altro grande parco nazionale americano tanto impressionante quanto famoso.
Monument Valley
Monument Valley at sunset
Monument Valley
Monument Valley
La zona della Monument Valley fa parte della riserva Navajo e i nativi americani gestiscono tutte le attività all'interno della valle: in particolare, sono indiane le guide che portano a visitare i percorsi a cui non si può accedere in modo indipendente con l'auto.
Monument Valley
Monument Valley
Fu poi la volta del Grand Canyon, un must per ogni itinerario di viaggio negli Stati Uniti occidentali. Lo visitammo soltanto dai principali punti panoramici turistici. Fu sufficiente per rimanere sbalorditi dall’imponenza del paesaggio, anche se un buon trekking ci avrebbe aiutati ad apprezzare e comprendere maggiormente quel luogo unico. In inglese “Grand” significa “grandioso”, più che “grande”, e in effetti così il nome ha senso… “Big Canyon” avrebbe senz’altro sminuito il posto.
Grand Canyon
Grand Canyon - Ci vuole tempo, da spendere in tranquilla contemplazione, prima di comprendere l'immensità di questi spazi.
Grand Canyon
Grand Canyon
Sulla nostra strada incontrammo la folle Las Vegas. I suoi alberghi e casinò, grattacieli dalle architetture mirabolanti, sono una continua fonte di stupore e scuotimenti di capo. Mentre notavamo la replica della Torre Eiffel o di Bellagio ridevamo delle manie americane. Era una città dedicata all'esagerazione e al divertimento.
Las Vegas
Las Vegas - Una città folle e piena di possibilità d'intrattenimento, in linea con la follia dei paesaggi naturali che la circondano.
C’erano infatti intrattenimenti per tutti i gusti e tutte le tasche. Le camere d’albergo costavano poco, nei casinò c’erano tavoli e roulette in cui si potevano spendere fortune ma anche quelli dove puntare pochi centesimi, e i ristoranti a buffet fornivano buon cibo a pochi dollari. Era un posto di vacanza studiato alla perfezione per intrattenere e spennare turisti.
La temperatura esterna era di 40 gradi, mentre negli hotel-casinò l’aria condizionata era freschissima, e si diceva che la concentrazione d'ossigeno fosse superiore, per inebriare i giocatori. Le serate potevano non finire mai, tra spettacoli e bar.
Las Vegas
Las Vegas
Di notte, viaggiammo poi verso San Diego, passando quindi dal Nevado alla California. Dopo cinque ore d'auto, arrivammo sulla costa Pacifica (a pochi chilometri dal confine col Messico e da Tijuana), e ci addormentammo in spiaggia.
San Diego
San Diego - Sull'Oceano Pacifico, a due passi dal Messico, una città bella e vivibile.
San Diego
San Diego
Al risveglio vagammo per i lunghi litorali sabbiosi, frequentati da famiglie e surfisti e protetti dai tipici “baywatch” col salvagente rosso. San Diego ci affascinò per la sua modernità e vivibilità, oltre che per il clima ideale: sole e caldo era la norma, ma non faceva mai troppo caldo, nemmeno d'estate, perché era rinfrescata dall'acqua dell'Oceano Pacifico, qui percorso da una corrente fredda.
Dopo una notte in motel ripartimmo verso nord, fino a Los Angeles e ai suoi famosi quartieri di Hollywood, Beverly Hills, Bel Air, Santa Monica, Malibu. Mentre attraversavamo Los Angeles Downtown (il centro composto da grattacieli e uffici, frequentato di giorno ma deserto di sera) c’imbattemmo in una scena di guerriglia con tanto di auto rovesciate, fiamme e spari. Era in realtà una scena di un film, i Transformers, stando a un poliziotto.
Los Angeles
Los Angeles - All'inizio pensammo a terrorismo e guerra, ma era soltanto la scena di un film girata nel centro di Los Angeles.
A Santa Monica sfidammo dei giocatori californiani a beach volley, con alterni risultati. C’era una quantità di campi gratuiti davvero eccessiva! Al contrario che nei centri europei, Los Angeles Downtown la sera era spettrale. In realtà, c’erano numerosi centri a Los Angeles, uno per “quartiere” (termine non appropriato per indicare ad esempio Santa Monica che ha quasi 100000 abitanti).
Malibu
Malibu
A Long Island partecipammo a una gita di whale watching. Purtroppo non era la stagione giusta per incontrare delle balene (ce lo dissero dopo che avevamo pagato il biglietto); fu comunque divertente perché vedemmo centinaia di delfini.
Da Los Angeles il nostro itinerario di viaggio negli Stati Uniti occidentali continuò verso nord. Ci fermammo a Santa Barbara, poi proseguimmo lungo la bella costa fino a Monterey. Il mattino dopo cielo grigio e un’altra gita di whale watching, stavolta coronata da successo. La baia di Monterey offre ampie garanzie in fatto d’avvistamento balene, per non parlare di foche e delfini.
Da Monterey continuammo verso nord fino a San Francisco, ultima meta del nostro itinerario di viaggio. Il cielo tornò a essere azzurro, che non è affatto scontato in questa zona della California, al contrario del fortunato sud dove è estate quasi tutto l’anno. "L'inverno più brutto che abbia mai passato è stato un'estate a San Francisco," diceva Woody Allen.
San Francisco
San Francisco - Una città affascinante piena di attrattive.
San Francisco
San Francisco
San Francisco, col Golden Gate Bridge, i colli su cui s’inerpicano i tram, i palazzi ben tenuti, l’ampia e ventosa baia in cui si trova l’isola di Alcatraz, è unica, bella e vivibile. Vi trascorremmo gli ultimi due giorni della vacanza, vivendo una divertente avventura l’ultima sera, prima di prendere il volo verso l’Italia.
San Francisco
San Francisco
San Francisco
San Francisco - Il Golden Gate Bridge fu l'ultimo mitico e notevole monumento della nostra vacanza.
Stavamo ammirando la skyline notturna di San Francisco, coi suoi grattacieli illuminati e un ponte percorso dal traffico, quando chiusi distrattamente la porta del SUV. A salvarci arrivarono i pompieri, con il camion rosso d’ordinanza, quello dei film con la scala antincendio sul tetto.
Il volo del ritorno fece scalo a Philadelphia, dove sostammo ventiquattr’ore: avremmo avuto tempo d’andare fino a New York, ma ci accontentammo di Philadelphia, città non molto appariscente che i più conoscono per la scalinata su cui “Rocky” urlava Adrianaaaaaaaaa nel famoso film. Dormimmo in stazione, venendo svegliati alle 4 del mattino da un poliziotto con due colpi di torcia sulla panchina. Noi e gli altri barboni dovemmo lasciare l’edificio.
Tornammo all’aeroporto e la vacanza finì davvero. Un viaggio spettacolare e facile, dove “on the road” significa libertà, ma non scomodità (davvero, se vi sembra scomodo, dovete provare l’isola di Giava in Indonesia!). Un viaggio assolutamente consigliabile, anzi obbligatorio, fondamentale e necessario. Luoghi in cui si potrebbe anche tornare, compiendo un itinerario più lungo tra i parchi nazionali e aggiungendo attività avventurose, divertenti e altamente improbabili.
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