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GUIDA TURISTICA DEL PIANETA TERRA: UN'ESILARANTE AVVENTURA DALLA NAMIBIA ALLA LIGURIA
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Perché andare?
Ci
sono almeno 18000 ragioni per partire (tante quante le isole di
cui è composto l’arcipelago indonesiano). Non c’è tempo per
elencarle tutte, anche perché per lo più non ne so niente, ma il
punto è che è un paese dalla natura varia e spettacolare, a
partire dalle spiagge (dove si può surfare, praticare snorkeling
e immersioni o semplicemente rilassarsi) fino ai vulcani attivi.
Al di fuori della vivace Bali, uscire dai percorsi battuti è
un'autentica avventura che permette di conoscere una popolazione
amichevole e interessante.
Quando andare? La
stagione secca (da maggio a settembre) è sicuramente indicata
per evitare diluvi quale che sia il vostro itinerario di viaggio in Indonesia.
Per noleggiare qui un'auto ai prezzi migliori per il vostro itinerario di viaggio consiglio assolutamente di
cercare e prenotare a questo link.
Quanto costa? La
vita in Indonesia è veramente economica, se si rinuncia al lusso.
Per trascorrere due settimane tra Malesia, Singapore e Indonesia
(la più economica) abbiamo speso molto meno che per volo
intercontinentale e voli interni. A Giava, una camera doppia in
un albergo elegante con piscina e tutti i comfort può costare
venti euro a notte. A Bali, però, un hotel del genere potrebbe
anche spennarvi.
Tenete a mente che nel quanto costa io tengo
conto di tutto il viaggio... dal mezzo per l'aeroporto di partenza alla bibita passando per pasti e souvenir.
Per un'idea sui prezzi degli hotel in Indonesia
cliccate qui per confrontare gli alberghi e trovare gli alloggi più convenienti.
Dove andare? Un
itinerario di viaggio che unisca le vicine Giava Est e Bali è una buona idea
per i paesaggi vari e spettacolari e per i contrasti tra le due
isole.
Altre destinazioni? Ci
sono molte possibili destinazioni su isole diverse e distanti:
Lombok e le sue spiagge, oppure Sumatra, Borneo e Sulawesi, con
le loro giungle e gli angoli dimenticati dall'uomo (potrete qui inventarvi un itinerario di viaggio molto originale!). Senza
contare la miriade d'isolette ideali per chi ama il mare, il
relax, il surf, lo snorkeling o le immersioni.
L'arcipelago indonesiano è un affascinante insieme d'isole e isolette tra Oceano Indiano e Oceano
Pacifico, buona parte delle quali meritevoli di una vacanza. Nell'organizzazione
di un itinerario di viaggio in Indonesia bisogna quindi decidere quali isole visitare:
Bali e Lombok, le piu' turistiche? Giava, la piu' popolata? Le
selvagge Sumatra, Borneo e Sulawesi?
Noi decidemmo per un itinerario particolare che posso raccomandare a parte
qualche correzione. Iniziammo la vacanza da Kuala Lumpur, in Malesia, perché i voli erano più economici.
Da "KL" avremmo poi raggiunto
Singapore via terra e da lì, grazie ai voli low cost dell'ottima Air Asia,
Giava e Bali.
La visita di Kuala
Lumpur fu una prima esperienza interessante nella nostra vacanza asiatica; grattacieli, mercati,
templi, cibo esotico...
Il giorno dopo ci
spostammo col treno per raggiungere la stazione degli autobus a
lungo raggio di Kuala Lumpur, che si trovava
fuori città. Da qui partimmo in pullman verso Singapore: sei ore
di viaggio più il passaggio alla dogana.
Arrivammo al tramonto
e subito la moderna Singapore ci colpì.
La sera visitammo a piedi l'illuminatissimo
Clarke Quay, una delle zone più vivaci della città. Si
trovava lungo il fiume Singapore ed era un bel colpo d'occhio:
le luci dei bar sul lungofiume e quelle dei grattacieli si
riflettevano sull'acqua in una miriadi di giochi di colore.
C'erano locali originali e una certa allegria. Non mancavano i
turisti in vacanza, alcuni dei quali italiani.
Il giorno dopo,
sempre seguendo il fiume Singapore, raggiungemmo Marina Bay,
lo specchio d'acqua attorno a cui una giungla di grattacieli
crea una delle skyline più spettacolari del mondo, meta fissa per un itinerario di viaggio a Singapore. Fu una
bella passeggiata sotto a un sole caldo, ma non troppo. Su un
lato della baia svettava il Marina Bay Sands, un insieme di tre
grattacieli collegati sulla cima da un'enorme struttura a forma
di nave, struttura sulla quale una piscina a sfioro e dei bar
fornivano uno spettacolo davvero unico. Salimmo fino sul
tetto, visitando la parte accessibile a tutti, mentre le piscine erano per l'hotel, turisti ricchi
che in un giorno spendevano quanto noi in tutta la vacanza.
Ritornammo poi a
Marina Bay, che a partire dal tramonto si trasformava, nella
zona dell'Esplanade, in un vivace luogo di divertimento
con ristoranti, bar e musica dal vivo.
Il mattino dopo, Air
Asia ci portò da Singapore a Yogyakarta, nella parte
centrale dell'isola di Giava, in Indonesia. Già, proprio l'Indonesia, la meta del nostro
itinerario di viaggio di cui questo diario dovrebbe in teoria parlare (ecco, ora inizia).
A Yogyakarta, l'arrivo
all'aeroporto non fu come ci aspettavamo, volevamo informazioni e auto a noleggio, ma
in realtà non c'era nulla: ci sentivamo più persi che in vacanza.
Alla fine trovammo l'autonoleggio Avis in una strada non distante dall'aeroporto,
dove affittammo
una Toyota Avanza, un SUV di scarsa bellezza prodotto in
Indonesia, da riconsegnare a Surabaya, nella parte est di
Giava.
Visitammo il centro e il palazzo del Sultano, trovammo un
lussuoso albergo a 12 euro a testa per la notte, camminammo per i quartieri poveri.
Il giorno dopo
guidammo fino agli affascinanti templi di Borobudur e
Prambanan, insiemi d'imponenti edifici buddhisti costruiti
nel verde 1300 anni fa.
Il nostro itinerario
di viaggio rimase inevitabilmente rallentato.
Dovemmo dormire nel più sporco motel per camionisti del mondo: era zeppo d'insetti,
ma ci costò solo 4 euro.
Dopo 350 chilometri di strada
trafficata circondata da baracche e case, finalmente arrivammo ai piedi del Vulcano Bromo.
La strada saliva nella giungla, toccando villaggi e campi coltivati, fino al pittoresco villaggio di Wonokitri,
a duemila
metri di quota. Tra i tanti aggressivi venditori, trovammo un semplicissimo hotel e partimmo subito per la gita sul
Vulcano Bromo. Avevamo letto che era preferibile l'alba, ma
anche al tramonto fu fantastico, a bordo di una jeep con una guida poco anglofona ma simpatica.
Il giorno successivo
visitammo il Meru Bitiri National Park, ben fornito di
giungla, scimmie e spiagge.
Raggiungemmo
l'immensa e caotica città di Kuta verso sera. Dopo qualche ricerca
trovammo un albergo adatto alle nostre esigenze (in centro, con
parcheggio e a buon prezzo). La movida di Kuta era vivacissima.
A Bali decine di maestri di surf offrono lezioni e
affitto tavola a buoni prezzi, così in quei giorni ci
divertimmo tra le onde. Attraversammo l'isola verso nord, lungo un itinerario su stradine idilliache come ci si potrebbe aspettare da Bali.
Il traffico qui non era più un problema mentre guidavamo tra
risaie a terrazza, laghi e colline verdi.
Si concluse così
un'altra vacanza emozionante, un itinerario di viaggio casuale e migliorabile ma comunque molto soddisfacente.
Per tirare la somme, come finale di tale diario di viaggio, direi che tra i luoghi meravigliosi
descritti, certamente quelli che ci regalarono le emozioni più
grandi furono i villaggi al di fuori degli itinerari turistici,
visitati quasi per caso in assoluta libertà. Col senno di poi,
si sarebbe dovuto spendere più tempo a vagare così tra terre
sconosciute, magari riducendo alcuni pesanti spostamenti.
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