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GUIDA TURISTICA DEL PIANETA TERRA: UN'ESILARANTE AVVENTURA DALLA NAMIBIA ALLA LIGURIA
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GUIDA TURISTICA DEL PIANETA TERRA: UN'ESILARANTE AVVENTURA DALLA NAMIBIA ALLA LIGURIA
Perché andare?
Ci
sono infinite ragioni per fare una vacanza in Oman, ad esempio gli splendidi
paesaggi e il mare magnifico, la popolazione tanto gentile da
lasciare stupiti, la sicurezza sociale e il clima secco.
Quando andare? Dipende in parte dall'itinerario di viaggio in Oman, ma in generale si
consiglia l'inverno, soprattutto se volete scappare dal freddo.
Nelle vacanze di Natale le temperature vanno dai 18 di minima ai 27 di massima
e anche a Capodanno il turismo di massa non esiste. D'estate il
caldo può diventare insopportabile.
Per noleggiare qui un'auto ai prezzi migliori per il vostro itinerario di viaggio consiglio assolutamente di
cercare e prenotare a questo link.
Quanto costa? La
vita in Oman costa abbastanza poco, se ci si tiene lontani dai
resort turistici. Anzi, se si campeggia nella natura non costa quasi
niente, mentre di volo dall’Italia abbiamo speso 580 euro a
testa inclusa l’assicurazione di viaggio... ma si possono trovare voli a parecchio meno, prenotando in anticipo.
Tenete a mente che nel quanto costa io tengo
conto di tutto il viaggio... dal mezzo per l'aeroporto di partenza alla bibita passando per pasti e souvenir.
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Dove andare? La
capitale Muscat è un punto focale di ogni itinerario di viaggio in Oman e presenta un affascinante centro storico e
splendide spiagge a pochi chilometri di distanza. L’interno
include montagne (Jebel Shams), deserti (Al Sharqiya Sands) e
cittadine fortificate (Nizwa, Nakhl). La specialità della casa
sono però i “wadi”, canyon occupati da ruscelli, laghetti dove
tuffarsi e palmeti. Il Wadi Bani Khalid è
ricco di piscine naturali, mentre il Wadi Shab presenta una cascata
sotterranea sotto cui bagnarsi.
Altre destinazioni? Anzitutto, anche lungo l'itinerario di viaggio sopra descritto ci sono molte
mete meritevoli raggiungibili con piccole deviazioni.
Sono inoltre
consigliate gite all'isola di Masirah - che però potrebbe
apparirvi esageratamente desertica. Ma il bello di una vacanza in Oman è vagare in
libertà: munitevi di jeep, fate conoscenza con qualche beduino
che percorra la stessa pista e raggiungete la costa nei pressi
di Masirah Island attraversando il deserto.
Il sud e Salalah
meritano ovviamente un viaggio, tenendo presente che distano
1000 chilometri da Muscat.
La penisola di
Musandan, più facilmente raggiungibile da Dubai, è un insieme di
splendide baie e canyon tra le montagne (e non solo, ovviamente).
Per le vacanze di Natale, l'Oman è una meta perfetta, col suo clima caldo, i costi contenuti, la
popolazione amichevole e il numero di turisti mai eccessivo. Con entusiasmo, la mia ragazza e io
partimmo il 23 dicembre (una coppia di amici ci avrebbe
raggiunti il giorno seguente). Atterrammo a Muscat alle 3 del mattino ora locale
(quindi mezzanotte italiana). Ottenere il visto fu una veloce
formalità. Ci dirigemmo poi al banco Hertz dove ci attendeva la nostra
jeep, prenotata attraverso Auto Europe:
una Toyota Prado bianca e luccicante che si sarebbe
rivelata un mezzo di qualità.
Nella notte omanita,
guidammo verso il centro di Muscat, prima meta del nostro itinerario di viaggio in Oman, e ci fermammo a dormire in macchina lungo la
strada principale sul lungomare di Mutrah.
Partimmo in direzione
est, attraversando un arco naturale nella scogliera, succoso
anticipo di quanto ci aspettava. Ci fermammo a fare un primo
bagno, indossando la maschera. L'acqua era piuttosto calda ed era un piacere nuotare
tra bei pesci colorati lunghi mezzo metro. Uno degli omaniti,
munito di fucile, ne pescò due, oltre a due seppie e a
un'aragosta, nel giro di mezz'ora: era un paradiso per un pescatore.
Rientrammo dalla gita
in barca alle 5, quando il sole stava quasi per tramontare.
Riprendemmo la jeep e, stanchi ma felici, ci dirigemmo verso l'Al
Shiraa Apartments Hotel, che avevamo prenotato dall'Italia. Si
trovava nella parte di Muscat denominata Qurm, distante una
trentina di chilometri da Mutrah. La capitale omanita è lunga in
modo insensato.
Sulla strada ci
fermammo in un modernissimo centro commerciale.
All'ipermercato Carrefour comprammo il necessario per
campeggiare nei giorni seguenti.
Il traffico di Muscat
nell'ora di punta ci rallentò parecchio - nella parte
commerciale la città non ha nulla da invidiare alle capitali
europee, sia per i pregi che per i difetti. Guidati in modo
accettabile dal navigatore, giungemmo all'albergo
alle 10 di sera. Era elegante, pulito e, soprattutto, costava
appena 45 euro a notte per una doppia, ma eravamo abbastanza stanchi per dormire ovunque!
Alle 7 del mattino
del giorno seguente passammo a prendere i nostri amici
all'aeroporto, felici di cominciare per davvero il nostro itinerario di viaggio in jeep in Oman
(anche se già il primo giorno era stato meraviglioso). Ci augurammo buon Natale, stipammo la Toyota
Prado all'inverosimile e ci dirigemmo verso l'interno dell'Oman
lungo una strada scialba. Il paesaggio divenne più attraente
quando spuntarono le prime montagne. Nakhl, nostra prima
tappa, ci piacque molto: all'interno di un'oasi ricca di
palme, un bel forte color sabbia svettava sul villaggio
piuttosto povero.
Montammo tende e
tavolino, costruimmo un forno con alcune pietre e ci godemmo la
cena con del buon vino
rosso (nell'islamico Oman, lo si puo' acquistare soltanto presso
il duty free dell'aeroporto). La bella vita ha bisogno di poco.
Dopo una buona
dormita, la colazione tra le rocce aveva un ottimo sapore.
Bevevamo tè quando s'avvicinò a noi un uomo col fucile. Era una
spiacevole sorpresa, il fatto che stessimo per morire. In realtà, il cacciatore di volpi,
gentilissimo come gli altri omaniti, c'invitò da lui a bere un
caffè. Smontammo il campeggio e guidammo fino a casa di Ahmed,
un'abitazione indipendente in un paese di sette edifici sparsi
non distante dalle belle case di terra di Al Hamra. Il simpatico Ahmed ci offrì del caffè e dei datteri.
Continuammo il
viaggio nel Wadi Ghul e poi sul Jebel Shams (la montagna
più alta dell'Oman), bei panorami che non ci colpirono comunque
quanto quelli del giorno precedente, forse perché troppo simili.
Cenammo in abbondanza
e molto bene nel ristorante di fronte all'Ibra Motel: tanti
antipasti di verdure, salse varie, riso, spezie e ottimo kebab
di pollo o agnello. Spendemmo 10 euro a testa, ma solo perché
eravamo affamatissimi.
Il giorno dopo ci
dirigemmo verso le dune delle Al Sharqiya Sands,
una destinazione fondamentale per ogni itinerario di viaggio in Oman.
Il programma era
semplice: sgommare con la jeep a destra e a manca cercando di
non insabbiarsi. Fu un successo. Avemmo la buona idea di
seguire la pista sabbiosa principale, che portava ai campeggi
attrezzati (le indicazioni erano per il "1000 Nights Camp") e
poi, continuando per 200 chilometri in mezzo al deserto, a
Masirah Island e al sud dell'Oman. In questo modo, eravamo
sicuri di poter chiedere aiuto a qualcuno in caso di problemi.
Attraversare tutto il deserto sarebbe stata una grande avventura, ma la nostra vacanza era troppo breve.
Ci accontentammo quindi delle maestose dune di quella piccola parte delle Al Sharqiya Sands.
Il mattino dopo partimmo per la tappa successiva del nostro itinerario di viaggio in Oman,
il Wadi Bani Khalid, meta di gite e divertimento
anche per gli omaniti. In mezzo a montagne bianche e rosse e
a folti palmeti, una serie di laghetti creava un bellissimo
ambiente per nuotare o prendere il sole. Pranzammo nel
ristorante che dava direttamente sulle acque verdi del Wadi
spendendo abbastanza poco e mangiando decentemente.
Ripartimmo poi verso
il mare, direzione Ras-Al-Hadd. Il mare si
presentò bianco di schiuma sotto un vento violento. Nella zona a sud di Ras-Al-Hadd la
costa era piatta e sabbiosa, con scialbi villaggi ogni tanto.
C'erano comunque angoli pittoreschi dove barche di pescatori si
stagliavano sullo sfondo delle onde.
La sera tentammo di
vedere la famosa nascita delle tartarughe sulla spiaggia di
Ras-Al-Jinz. Bisogna obbligatoriamente recarvisi all'interno di
un tour con guida, che consiglio di prenotare in anticipo,
perché noi trovammo posto per pura fortuna. Tuttavia, quella
sera le tartarughe non si fecero vedere, forse a causa del vento
o per puro dispetto nei nostri confronti.
Il giorno seguente
continuammo la vacanza in direzione Muscat, seguendo la
costa. Prima meta, il Wadi Shab. C'era ancora vento, che
per fortuna s'attenuò durante la giornata.
Raggiungemmo il
canyon con la jeep. Subito ci colpì l'imperioso ingresso, col
fiume verde che si gettava in mare tra pareti verticali di
roccia rossa.
Cenammo piuttosto
bene in un ristorante in bella posizione all'ingresso del souk,
quindi con calma ci dirigemmo verso l'aeroporto. Era la fine del nostro itinerario di viaggio in Oman.
Il rientro si svolse
senza problemi, a parte quello, enorme, che la vacanza era
finita. Quando atterrammo a Genova, eravamo estremamente
soddisfatti del viaggio, ma ci spiaceva non avere allungato maggiormente l'itinerario, vagando a caso tra deserti, canyon e spiagge.
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